domenica 6 novembre 2011

Rottamare si, rottamare no.

Quando i risultati non sono pari alle attese la voglia di cambiare è la reazione più immediata. Indubbiamente anche la più giusta: perchè mantenere qualcosa che non va ?. Quando ciò che vogliamo cambiare è qualcosa di nostro la decisione è facile e le conseguenze positive o negative ricadono su di noi. Più difficile è la decisione quando l'oggetto che si vuole cambiare interessa più persone.

In ogni caso per cambiare ci vuole la conoscenza. Non sempre ciò che sappiamo o crediamo di sapere è sufficiente a darci tutti gli elementi necessari a cambiare in meglio. In una piccola comunità il cambiamento è possibile quando la voglia di cambiare è espresso dalla maggioranza. Ma il semplice cambiare non è garanzia di successo. Ci vuole l'idea e questo è già difficile. E' necessario convincere se stessi e tutti gli altri coinvolti dal cambiamento. E' questo è ancora più difficile.
Le idee non hanno età. Ci sono giovani vecchi e vecchi giovani. Ci sono giovani geniali e vecchi geniali. Cambiare il vecchio per il giovane ha senso solo quando il vecchio non ha più le capacità per continuare a svolgere ciò che faceva con successo prima. Non c'è mai la certezza che un altro al posto nostro possa mai fare meno di noi. Eppure arriva un momento quando il vecchio deve essere pensionato.
La politica italiano ha indubbiamente il bisogno di cambiare. Questa esigenza non è una scoperta di Grillo, di Renzi o di Chiamparino. C'è una carenza di buone idee e non perchè chi governa adesso ha carenze intellettive ma semplicemente perchè negli anni chi ha governato ha creato intorno a se una rete di relazioni così perfetta da uccidere il confronto ed ogni azione di coinvolgimento. Per governare bisogna essere eletti e per essere eletti bisogna essere inseriti in una lista . Poi bisogna prendere i voti di preferenza sperando che la lista ottenga tanti voti da avere uno o più candidati eletti.

I voti di preferenza si possono prendere in modo spon,taneo ma si sa quanto questi sono difficili, vuol dire essere conosciuti ed apprezzati. Ci vuole tempo, impegno e passione e non sempre si riesce a raggiungere l'obiettivo voluto e magari utile alla società.

I voti di preferenza possono essere presi ANCHE utilizzando una rete di amici volenterosi che raccontano in giro gesta e meraviglie del candidato. Certo se si viene eletti poi agli amici bisogna riconoscere il lavoro fatto. In questo secondo caso la catena è bella che fatta. Non importa essere apprezzati, non importa la lealtà, non importa la voglia di lavorare per gli altri, non importa la capacità di discernere con giustizia e criterio. Ciò che conta sono è la capacità di dare ad ognuno degli amici che si sono adoperati nel raccogliere i voti un dolcino, un contentino. I partiti sono il più grande esempio di catene. Chi è nelle possibilità di trovare un modo per ringraziare chi si adopera per lui nella ricerca del voto lo fa prima del voto ed anche dopo.

In ogni caso siano essi voti spontanei o voti di squadra bisogna essere iscritti in un partito e quindi candidati nello stesso. Ci si iscrive per conoscenza, o perchè il partito ha già una storia, o per ideali. I partiti sono organizzati in modo gerarchico ed in ogni caso per avere una possibilità di successo bisogna arrivare al vertice della piramide o comunque a vista. E' il partito che candida. E qui l'amicizia è un obbligo. Una volta candidato, saranno poi gli amici e gli amici degli amici che aiutano a prendere i voti, a promettere, a convincere, a ricordare.

Da queste banali considerazione è evidente quanto importante sia il ruolo “degli amici”. Niente di irregolare per carità, ma gli amici sono amici in ogni parte dell'Italia, dal Piemonte alla Sicilia. Ed in ogni parte dell'Italia ci sono tanti amici. Ma si possono rottamare gli amici ? NO a rottamare ci pensa il Signore. La cosa simpatica è che il dialogo politico di partito è in pratica un monologo del capo degli amici agli amici sui temi più disparati. E gli ideali del partito ? Quelli servono solo per convincere i tanti a dare il voto all'amico o al partito dell'amico. Gli ideali rimangono nella storia e molti amici non sanno nemmeno della loro esistenza. E se mai qualcuno illuminato da una sana voglia di fare, magari giovane e volenteroso, si permette di dire la sua in contrasto al capo degli amici e nel rispetto degli ideali, viene codificato come rivoluzionario inesperto. Quindi viene isolato e costretto a cercarsi altre opportunità.

Lo so vi sembro esagerato.

Nel mio piccolo nel 2008 ero stato eletto coordinatore del PD di Candiolo (unico candidato). Poi all'interno del PD ero stato indicato come coordinatore di collegio. Avevo dichiarato un obiettivo fin dalla candidatura a coordinatore: rinnovare completamente la lista, far amministrare Candiolo da 11 persone nuove, di qualità e capacità, umili e leali. Qualche giorno prima delle dimissioni dell'allora segretario nazionale del PD Veltroni, con molta simpatia l'allora segreteria provinciale del PD (ora consigliere provinciale) mi informò di una telefonale da parte di alcuni tesserati del PCI, poi DS ora PDS che lamentavano la mia mancata attenzione a loro. All'informazione aggiunse che potevo fare tutto ma MAI lasciare i vecchi fuori dalla liste per le elezioni comunali. Ma come il segretario nazionale del PD (Veltroni) parlava di cambiamento, di un nuovo modo di fare politica, di facce ed idee nuove. Non avevo capito niente: quelle erano le chiacchiere nella realtà dovevo attenermi a ciò che il partito mi indicava. E le persone che il partito mi indicava erano molti degli attuali componenti della maggioranza, Sindaco attuale e precedente compreso.
Chi ama fare, chi ama impegnarsi, chi vuole realizzare qualcosa per gli altri ha bisogno di avere accanto intelligenza, umiltà, competenza, coraggio e volontà. Non serve passeggiare in piazza tra le macchine oppure girare per i bar, serve solo lavorare per fare ciò che serve e che si è promesso di fare.
Non riesco a fingere. Ho scelto la coerenza. Ho lasciato il PD.

Sono passati due anni e mezzo e mi accorgo che forse anche io volevo rottamare. Altri sicuramente saranno più bravi ma rischiano tantissimo di essere tagliati fuori dagli amici degli amici. Rischiano di essere contestati ed isolati. Rischiano di dover accettare compromessi che limitano la loro voglia di fare. Rischiano addebiti su cose che non hanno fatto.

Auguri Renzi (Sindaco di Firenze).

Ma allora non c'è salvezza ? Certo, votare con serietà, dopo aver conosciuto le persone. Dimenticare i partiti e ricordare il nome delle persone che voglio fare politica non per i soldi ma per la gente.

Nessun commento:

Posta un commento