Le idee non hanno età. Ci sono giovani
vecchi e vecchi giovani. Ci sono giovani geniali e vecchi geniali.
Cambiare il vecchio per il giovane ha senso solo quando il vecchio
non ha più le capacità per continuare a svolgere ciò che faceva
con successo prima. Non c'è mai la certezza che un altro al posto
nostro possa mai fare meno di noi. Eppure arriva un momento quando il
vecchio deve essere pensionato.
La politica italiano ha indubbiamente
il bisogno di cambiare. Questa esigenza non è una scoperta di
Grillo, di Renzi o di Chiamparino. C'è una carenza di buone idee e
non perchè chi governa adesso ha carenze intellettive ma
semplicemente perchè negli anni chi ha governato ha creato intorno a
se una rete di relazioni così perfetta da uccidere il confronto ed
ogni azione di coinvolgimento. Per governare bisogna essere eletti e
per essere eletti bisogna essere inseriti in una lista . Poi bisogna
prendere i voti di preferenza sperando che la lista ottenga tanti
voti da avere uno o più candidati eletti.
I voti di preferenza si possono
prendere in modo spon,taneo ma si sa quanto questi sono difficili,
vuol dire essere conosciuti ed apprezzati. Ci vuole tempo, impegno e
passione e non sempre si riesce a raggiungere l'obiettivo voluto e
magari utile alla società.
I voti di preferenza possono essere
presi ANCHE utilizzando una rete di amici volenterosi che raccontano
in giro gesta e meraviglie del candidato. Certo se si viene eletti
poi agli amici bisogna riconoscere il lavoro fatto. In questo secondo
caso la catena è bella che fatta. Non importa essere apprezzati, non
importa la lealtà, non importa la voglia di lavorare per gli altri,
non importa la capacità di discernere con giustizia e criterio. Ciò
che conta sono è la capacità di dare ad ognuno degli amici che si
sono adoperati nel raccogliere i voti un dolcino, un contentino. I
partiti sono il più grande esempio di catene. Chi è nelle
possibilità di trovare un modo per ringraziare chi si adopera per
lui nella ricerca del voto lo fa prima del voto ed anche dopo.
In ogni caso siano essi voti spontanei
o voti di squadra bisogna essere iscritti in un partito e quindi
candidati nello stesso. Ci si iscrive per conoscenza, o perchè il
partito ha già una storia, o per ideali. I partiti sono organizzati
in modo gerarchico ed in ogni caso per avere una possibilità di
successo bisogna arrivare al vertice della piramide o comunque a
vista. E' il partito che candida. E qui l'amicizia è un obbligo. Una
volta candidato, saranno poi gli amici e gli amici degli amici che
aiutano a prendere i voti, a promettere, a convincere, a ricordare.
Da queste banali considerazione è
evidente quanto importante sia il ruolo “degli amici”. Niente di
irregolare per carità, ma gli amici sono amici in ogni parte
dell'Italia, dal Piemonte alla Sicilia. Ed in ogni parte dell'Italia
ci sono tanti amici. Ma si possono rottamare gli amici ? NO a
rottamare ci pensa il Signore. La cosa simpatica è che il dialogo
politico di partito è in pratica un monologo del capo degli amici
agli amici sui temi più disparati. E gli ideali del partito ? Quelli
servono solo per convincere i tanti a dare il voto all'amico o al
partito dell'amico. Gli ideali rimangono nella storia e molti amici
non sanno nemmeno della loro esistenza. E se mai qualcuno illuminato
da una sana voglia di fare, magari giovane e volenteroso, si permette
di dire la sua in contrasto al capo degli amici e nel rispetto degli
ideali, viene codificato come rivoluzionario inesperto. Quindi viene
isolato e costretto a cercarsi altre opportunità.
Lo so vi sembro esagerato.
Nel mio piccolo nel 2008 ero stato
eletto coordinatore del PD di Candiolo (unico candidato). Poi
all'interno del PD ero stato indicato come coordinatore di collegio.
Avevo dichiarato un obiettivo fin dalla candidatura a coordinatore:
rinnovare completamente la lista, far amministrare Candiolo da 11
persone nuove, di qualità e capacità, umili e leali. Qualche giorno
prima delle dimissioni dell'allora segretario nazionale del PD
Veltroni, con molta simpatia l'allora segreteria provinciale del PD
(ora consigliere provinciale) mi informò di una telefonale da parte
di alcuni tesserati del PCI, poi DS ora PDS che lamentavano la mia
mancata attenzione a loro. All'informazione aggiunse che potevo fare
tutto ma MAI lasciare i vecchi fuori dalla liste per le elezioni
comunali. Ma come il segretario nazionale del PD (Veltroni) parlava
di cambiamento, di un nuovo modo di fare politica, di facce ed idee
nuove. Non avevo capito niente: quelle erano le chiacchiere nella
realtà dovevo attenermi a ciò che il partito mi indicava. E le
persone che il partito mi indicava erano molti degli attuali
componenti della maggioranza, Sindaco attuale e precedente compreso.
Chi ama fare, chi ama impegnarsi, chi
vuole realizzare qualcosa per gli altri ha bisogno di avere accanto
intelligenza, umiltà, competenza, coraggio e volontà. Non serve
passeggiare in piazza tra le macchine oppure girare per i bar, serve
solo lavorare per fare ciò che serve e che si è promesso di fare.
Non riesco a fingere. Ho scelto la
coerenza. Ho lasciato il PD.
Sono passati due anni e mezzo e mi
accorgo che forse anche io volevo rottamare. Altri sicuramente
saranno più bravi ma rischiano tantissimo di essere tagliati fuori
dagli amici degli amici. Rischiano di essere contestati ed isolati.
Rischiano di dover accettare compromessi che limitano la loro voglia
di fare. Rischiano addebiti su cose che non hanno fatto.
Auguri Renzi (Sindaco di Firenze).
Ma allora non c'è salvezza ? Certo,
votare con serietà, dopo aver conosciuto le persone. Dimenticare i
partiti e ricordare il nome delle persone che voglio fare politica
non per i soldi ma per la gente.
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