mercoledì 2 novembre 2011

Da "lo spiffero": Il centro oncologico di Candiolo verso la privatizzazione

Per Vostra informazione da www.lospiffero.com di martedì 01 novembre 2011.

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Prima il cambio del presidente ora la sostituzione del direttore generale: segni di un imminente passaggio di proprietà del centro oncologico. Le preoccupazioni dell’ex assessore alla Sanità Artesio.

Dopo il cambio di guardia alla presidenza –Marco Boglione ha da qualche settimana preso il posto di Franzo Grande Stevens – la Fondazione Piemonte Oncologia che gestisce il centro di Candiolo sostituisce il direttore generale: Giampiero Gabotto è stato nominato dalla Regione in sostituzione di Maria Teresa Flecchia

Una designazione che prefigurerebbe una progressiva privatizzazione della struttura. È questa l’opinione dell’ex assessore alla SanitàEleonora Artesio, oggi capogruppo della Fds a Palazzo Lascaris, che spiega le sue preoccupazioni: «Il dott. Gabotto è contemporaneamente consigliere delegato di Fondazione Piemontese Ricerca Candiolo, Consigliere di Amministrazione e Direttore Generale di Fondazione Piemonte Oncologica (FPO è costituita con la Regione Piemonte). Al di là della somma degli incarichi, il governo della struttura è decisamente spostato verso la rappresentanza del socio privato, per altro individuato al di fuori di procedure di selezione di evidenza pubblica».
Una procedura inusuale che rompe con la consuetudine che finora sovrintendeva i rapporti tra i partner: «Val la pena ricordare – continua Artesio - che il piano di attività dell’Istituto per il cancro di Candiolo è sostenuto economicamente dai rimborsi per le attività sanitarie erogati dalla Regione, che la dotazione organica della struttura è stata definita nelle trattative sindacali della Regione Piemonte e non con altri interlocutori (classico il caso dei dirigenti sanitari e dei profili sanitari precedentemente a scavalco tra Candiolo e Mauriziano), che l’aumento dei posti letto è stato possibile grazie all’autorizzazione della Regione Piemonte e anche ai fini della trasformazione in Irccs».
Ad aggiungere preoccupazione al quadro, voci sempre più insistenti parlano di un interesse di un gruppo di sanità privata – i milanesi di Humanitas - all’ingresso in Candiolo: «non è ancora chiaro se attraverso l’acquisizione delle partecipazioni pubbliche, cioè subentrando alla Regione Piemonte, oppure attraverso una di quelle sibilline innovazioni di sperimentazione gestionale richiamate nella nuova proposta di piano socio-sanitario. Rimane da chiedersi se in tutto ciò la Regione sia un attore attivo e guidi o condivida gli eventi o viceversa sia un complice silente. L’una e l’altra prospettiva sono inquietanti. Intanto – conclude Artesio - che fine hanno fatto i buoni uffizi del presidente Cota presso il ministro alla Sanità sulla trasformazione in Irccs?»

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