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Prima il cambio del presidente ora la sostituzione del direttore generale: segni di un imminente passaggio di proprietà del centro oncologico. Le preoccupazioni dell’ex assessore alla Sanità Artesio.
Dopo
il cambio di guardia alla presidenza –Marco
Boglione ha
da qualche settimana preso il posto di Franzo
Grande Stevens –
la Fondazione Piemonte Oncologia che gestisce il centro di Candiolo
sostituisce il direttore generale: Giampiero
Gabotto è
stato nominato dalla Regione in sostituzione di Maria
Teresa Flecchia.
Una
procedura inusuale che rompe con la consuetudine che finora
sovrintendeva i rapporti tra i partner: «Val la pena ricordare –
continua Artesio - che il piano di attività dell’Istituto per il
cancro di Candiolo è sostenuto economicamente dai rimborsi per le
attività sanitarie erogati dalla Regione, che la dotazione organica
della struttura è stata definita nelle trattative sindacali della
Regione Piemonte e non con altri interlocutori (classico il caso dei
dirigenti sanitari e dei profili sanitari precedentemente a scavalco
tra Candiolo e Mauriziano), che l’aumento dei posti letto è stato
possibile grazie all’autorizzazione della Regione Piemonte e anche
ai fini della trasformazione in Irccs».
Ad
aggiungere preoccupazione al quadro, voci sempre più insistenti
parlano di un interesse di un gruppo di sanità privata – i
milanesi di Humanitas - all’ingresso in Candiolo: «non è ancora
chiaro se attraverso l’acquisizione delle partecipazioni pubbliche,
cioè subentrando alla Regione Piemonte, oppure attraverso una di
quelle sibilline innovazioni di sperimentazione gestionale richiamate
nella nuova proposta di piano socio-sanitario. Rimane da chiedersi se
in tutto ciò la Regione sia un attore attivo e guidi o condivida gli
eventi o viceversa sia un complice silente. L’una e l’altra
prospettiva sono inquietanti. Intanto – conclude Artesio - che fine
hanno fatto i buoni uffizi del presidente Cota presso il ministro
alla Sanità sulla trasformazione in Irccs?»
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