martedì 8 novembre 2011

Una settimana di pioggia, una settimana di disastri

La Spezia, Genova, Napoli, Matera, Isola d'Elba. Devastazione e morte. Ma dove abbiamo sbagliato se questi sono i risultati che la nostra civilizzazione riesce a produrre ?. Eppure il nostro Primo Ministro dice che l'Italia è un Paese benestante e che non è vero che è stato commissariato dal Fondo Monetario Internazionale e dell’Unione Europea.

Quarantanni fa come diciassette anni fa è successa la stessa cosa, poi le abbiamo dimenticate, le priorità sono state altre. Chi predica un'attenzione maggiore per il territorio un rompiscatole. Le televisioni raccontano: oltre i telegiornali anche i salotti. Fiumi di parole, accuse, inesattezze. Tutti a chiedersi con la faccia indignata come mai ed a cercare il responsabile come se questo fosse solo uno, come se il disastro fosse stato causato da un irresponsabile che qualche minuto prima con rami, immondizia e detriti abbia ostruito un torrente, un fiume o un canale.
Immagini vecchie e nuove sembra tutto un film. Ma non è così. I lamenti delle persone spaventate, i pianti di chi ha perso i propri cari e le immagini di fiumi gonfi d’acqua che corrono violenti fra sponde di cemento o lungo le strade in mezzo a case e condomini purtroppo sono vere.

Ma il responsabile non è uno solo ma TUTTI gli adulti maggiorenni. Tutti con superficialità, presunzione ed egoismo di corsa verso un utilizzo sconsiderato del territorio. Forse tanti, forse troppi a chiedere permessi di costruire e varianti al piano regolatore per rendere edificabile ciò che prima non lo era, magari in cambio del voto a questo o a quello. Ed ecco strade sempre più strette, canali di scolo che scompaiono, fiumi sempre più piccoli, boschi senza alberi. Ciò che è successo è una conseguenza del Paese che siamo, della sua ignavia, dei suoi opportunismi, della sua incapacità di pensare in grande, dell’eterno “tengo famiglia”, dell’indignazione a intermittenza, della memoria che funziona solo quando serve.

Ciò che è successo a La Spezia, Genova, Napoli, Matera, Isola d'Elba non è successo altrove solo perchè altrove non ha piovuto abbastanza. Non ho certezza che tutti gli altri Comuni italiani siano indenni da questi pericoli. Ma se ai Sindaci di questi Comuni fortunati chiedessimo se corrono pericoli analoghi la loro risposta sarebbe certamente di no. Salvo poi ricorrere alla fatalità o all'io l'avevo detto quando succede. Sembra quasi che il motto di ogni Sindaco sia “speriamo che io me la cavo”. Meglio le feste ed i balli che la sicurezza. Ricordiamo di più i Sindaci che parlano parlano parlano, rispetto ai Sindaci che fanno, fanno, fanno con scrupolo e lungimiranza. Ricordiamo di più i Sindaci che fanno un bocciodromo rispetto a quelli che fanno le fognature. Servono entrambi ma la fognatura proprio perchè non si vede serve di più. La stessa cosa vale per la sicurezza. Per anni non serve ma quando occorre salva la vita.

Ecco perchè i responsabili siamo tutti. Quando esprimiamo il nostro voto guardiamo i programmi e le persone e non i partiti e gli amici. Fermiamo quei Sindaci che per eccesso di benevolenza e per ragione “politica” fanno qualcosa che può essere un pericolo alla sicurezza di tutti. Comunichiamo il nostro dissenso a quei Sindaci che concedono un permesso di costruire una recinzione di cemento su uno spazio verde restringendo la strada. Non aspettiamo il disastro per indignarci.

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