Non è una moda ma una necessità per superare il pauroso disastro della finanza pubblica a tutti i livelli.
Candiolo non è diverso da tutti gli altri Enti Pubblici. Ma non sembra però che la maggioranza che governa abbia ben compreso cosa fare, come fare e se ha voglia di fare. Suonando la grancassa dei tagli dei trasferimenti di fondi da parte dello Stato, e denunciando irrazionalità e incongruenze del Patto di stabilità interno, le istituzioni locali si concentrano su come aumentare le tasse per raccattare risorse aggiuntive necessarie (si dice) per poter continuare a dare ai cittadini un pò di servizi pubblici. Insistendo sulla cattiveria dello Stato centrale frastornano il cittadino. Ed avendolo ipnotizzato in questo modo, sperano che sia più docile per sopportare i sacrifici che gli stanno appioppando.
Eppure prima di aumentare le tasse, si potrebbe cominciare ad eliminare le spese non strettamente correlate alle finalità dell’ente, a ridurre i responsabili di servizio, a ricorrere a centrali d’acquisto, a ridurre le spese di rappresentanza, aggiornamenti, convegni, riviste, a ridurre le spese della politica, ad eliminare le elargizioni clientelari, a ridurre le consulenze, ecc.
Sarebbe bello svegliarsi un giorno e scoprire che anche a Candiolo la maggioranza sta mettendo in atto un processo di risparmio con l’obiettivo di portare benefici a tutta la collettività.
Purtroppo quel giorno non è ancora arrivato.
Nel Consiglio Comunale del 27 aprile 2012 la maggioranza ha comunicato di aver chiuso il 2011 con un avanzo di amministrazione di quasi un milione di euro (il bilancio del Comune di Candiolo è di quasi 4 milioni di euro) ed una cassa di un milione e mezzo. Il Vice Sindaco Assessore Tubiello con la Responsabile dell’Ufficio Tributi hanno spiegato che la responsabilità di questa difficoltà a spendere è dovuta semplicemente alle regole che governano il Patto di stabilità. Sulla spiegazione fornita continuo a conservare i miei dubbi anche in considerazione delle capacità di spendere degli altri Comuni a noi vicini.
Nel corso della riunione dei capigruppo dell’11 maggio 2012 Sindaco e Vicesindaco ci hanno comunicato l’intenzione di aumentare l’aliquota base dell’IMU da 0,76 a 0,90. In pratica quindi l’aliquota base indicata dal decreto Monti non è sufficiente a garantire le entrate necessarie per far fronte alle spese correnti. La motivazione per Sindaco e Vicesindaco è la diminuzione dei trasferimenti dello Stato a cui la parte IMU di competenza delle casse comunali non è in grado di pareggiare per 160 mila euro. Ed ecco l’idea di recuperare questi 160 mila euro aumentando l’aliquota base dello 0,14% (passando appunto dallo 0,76 allo 0,90).
In quella occasione avevo chiesto al Sindaco ed al Vicesindaco di fare tutti gli sforzi necessari per tagliare le spese correnti di 160 mila euro ed evitare di aumentare l’IMU.
Ma a chi va a colpire questo aumento ?. Tutti gli altri immobili quali le seconde case, garage – magazzini – tettoie (oltre l’uno per tipo che potrebbe far parte dell’abitazione principale), laboratori, palestre, capannoni industriali, uffici, negozi, i terreni agricoli.
Io non penso che chi possiede altri immobili oltre la prima casa o un terreno agricolo sia esso agricoltore o meno, sia talmente ricco da meritare di pagare ancora di più rispetto a quanto lo Stato abbia deciso. Questi immobili così come la prima casa sono frutto di sacrifici che è doveroso rispettare e non tartassare oltre i limiti della decenza. Questo sta succedendo a Candiolo e non importa se succede in ogni altro Comune italiano (cosa peraltro non vera). A Candiolo la maggioranza non aveva nessuna necessità di aumentare l’aliquota base.
Nel Consiglio Comunale del 21 maggio 2012 la maggioranza ha confermato l’aumento dell’aliquota base. Come minoranza abbiamo manifestato la nostra contrarietà a questa scelta. Ho promesso che in occasione della presentazione del bilancio di previsione sarà mia cura fare vedere quali potevano essere le spese correnti da tagliare.
A mio parere poteva anche essere ridotta l’aliquota della prima casa come da facoltà prevista nel decreto Monti, così come le aliquote per i fabbricati costruiti e destinati dalle imprese costruttrici alla vendita.
Non era chiedere troppo ma semplicemente era doveroso fare delle scelte per il bene della nostra comunità e non come sempre colpire le categorie che trainanti per la nostra economia locale.
Venerdì 25 maggio 2012 alle ore 21 la maggioranza vi spiegherà aliquote, norme e calcoli. Per chi li ha votati è l’occasione per meglio comprendere l’errore fatto, per chi non li ha votati è un’altra occasione per rafforzare l’idea che tre anni fa avevano capito bene.
Di seguito quanto indicato nella delibera approvata con i soli voti della maggioranza.
Delibera di approvazione per l’anno 2012 le seguenti aliquote e detrazioni per l’Imposta Municipale:
Non era chiedere troppo ma semplicemente era doveroso fare delle scelte per il bene della nostra comunità e non come sempre colpire le categorie che trainanti per la nostra economia locale.
Venerdì 25 maggio 2012 alle ore 21 la maggioranza vi spiegherà aliquote, norme e calcoli. Per chi li ha votati è l’occasione per meglio comprendere l’errore fatto, per chi non li ha votati è un’altra occasione per rafforzare l’idea che tre anni fa avevano capito bene.
Di seguito quanto indicato nella delibera approvata con i soli voti della maggioranza.
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Delibera di approvazione per l’anno 2012 le seguenti aliquote e detrazioni per l’Imposta Municipale:
Aliquota ordinaria nella misura del
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0,90 per cento
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Aliquota ridotta per abitazione principale e relative pertinenze (per
abitazione principale si intende l’immobile, iscritto o iscrivibile nel
catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore
dimora abitualmente e risiede anagraficamente. Per pertinenze dell’abitazione
principale si intendono esclusivamente quelle classificate nelle categorie
catastali C/2, C/6 e C/7, nella misura massima di un’unità pertinenziale per
ciascuna delle categorie catastali indicate, anche se iscritte in catasto
unitamente all’unità ad uso abitativo)
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0,40 per cento
|
Aliquota ridotta per l’unità
immobiliare posseduta, a titolo di proprietà o di usufrutto, da anziani o
disabili che spostano la residenza in istituti di ricovero o sanitari a
seguito di ricovero permanente, a condizione che l’abitazione risulti non
locata;
|
0,40 per cento
|
Aliquota ridotta per l’unità
immobiliare posseduta dai cittadini italiani non residenti nel territorio
dello Stato a titolo di proprietà o di usufrutto in Italia, a condizione che
non risulti locata;
|
0,40 per cento
|
Aliquota ridotta per le unità
immobiliari, appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa,
adibite ad abitazione principale dei soci assegnatari e per gli alloggi
regolarmente assegnati dagli Istituti autonomi per le case popolari;
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0,20 per cento
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Aliquota ridotta per fabbricati
rurali ad uso strumentale di cui all’art. 9, comma 3 bis, del D.L. 30.12.1993
n. 557, convertito con modificazioni, dalla L. 26.02.1994 n. 133.
|
0,20 per cento
|
Detrazione per l’abitazione
principale (per abitazione principale si intende l’immobile, iscritto o
iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel
quale il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente)
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€ 200,00
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Detrazione per l’unità
immobiliare posseduta, a titolo di proprietà o di usufrutto, da anziani o
disabili che spostano la residenza in istituti di ricovero o sanitari a
seguito di ricovero permanente, a condizione che l’abitazione risulti non
locata;
|
€ 200,00
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Detrazione per l’unità
immobiliare posseduta dai cittadini italiani non residenti nel territorio
dello Stato a titolo di proprietà o di usufrutto in Italia, a condizione che
non risulti locata;
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€ 200,00
|
Detrazione per le unità
immobiliari, appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa,
adibite ad abitazione principale dei soci assegnatari e per gli alloggi
regolarmente assegnati dagli Istituti autonomi per le case popolari;
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€ 200,00
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Maggiorazione della detrazione
per ciascun figlio di età non superiore a ventisei anni, purchè dimorante
abitualmente e residente anagraficamente nell’unità immobiliare adibita ad
abitazione principale. L’importo complessivo della maggiorazione, al netto
della detrazione di base, non può superare l’importo massimo di € 400,00
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€ 50,00
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