domenica 15 luglio 2012

La scelta politica della maggioranza: aumento aliquota IMU per penalizzare contadini, commercianti, seconde case

Nell’ultimo Consiglio Comunale del 20 giugno 2012 è stato approvato il bilancio di previsione 2012. Il bilancio di previsione si approva a dicembre dell’anno precedente o al massimo a gennaio-febbraio dell’anno corrente. Approvare il bilancio corrente a metà anno è l’evidenza di inefficienza della maggioranza che amministra.


E’ vero che la legge lo consente, ma è altrettanto vero che i Sindaci che hanno pianificato con serietà quando proposto in sede di campagna elettorale, hanno il bilancio di previsione già approvato da mesi.

Con Marco Demichelis abbiamo presentato l’11 giugno 2012 un emendamento (vedi articolo del 12 giugno 2012 dal titolo “Proposto alla maggioranza emendamento al bilancio 2012”) che aveva lo scopo di trovare risorse, limitando le spese correnti, per non aumentare l’aliquota base IMU da 0,76 a 0,9 %. La nostra volontà era quella di trovare un modo per non incidere sulle già tartassate dalle tasse famiglie candiolesi.

L’emendamento è stato dichiarato inammissibile dalla Segretaria Comunale, dal Sindaco e dal Vicesindaco.

Prima di spiegare che chi ha deciso la non ammissibilità dell'emendamento ha sbagliato, voglio riportare una affermazione del Sindaco durante la discussione sulle motivazioni di tale decisione: la scelta di aumentale l’aliquota base IMU è una scelta politica. Come dire che non si sono cercati modi per risparmiare dalle spese corrente quei centosessanta mila euro che si prevede possa incassare il Comune portando l’aliquota dallo 0,76 allo 0,90. Come dire che anziché risparmiare sulle tante spese inutili si è preferito tartassare i contadini, i commercianti ed i costruttori.

Nella logica che ciascuno riceve quello che merita, immagino che questo sia il modo con cui la maggioranza che governa ha inteso premiare tre categorie di lavoratori che tre anni fa avevano in linea di principio deciso di votare Molino. Non mi piace dire “peggio per loro” ma semplicemente invitarli a riflettere. Per la sinistra notoriamente le categorie imprenditoriali sono da tartassare. Ecco spiegata la volontà politica di cui si vanta il Sindaco ed il Vicesindaco.

Ritornando alle ragione per cui l'emendamento è stato ritenuto non ammissibile e quindi non votabile e non considerato, il Vicesindaco con voce incerta ha motivato questa decisione perché “presentato fuori termine prevedendo il Regolamento di contabilità il termine di 10 gg. dal deposito degli atti comunicato in data 28/05. Rileva però che le considerazioni espresse dai Consiglieri possono essere discusse e che alcune riduzioni proposte sono scelte politiche, altre nelle spese correnti non tengono conto di dati tecnici, di affidamenti e appalti in essere. E’ stato profuso tutto l’impegno possibile per evitare tagli ai servizi destinati alla cittadinanza, anzi alcuni sono stati implementati per andare incontro alle esigenze dei cittadini. Operare tagli indiscriminati eriduzioni in percentuale della spesa non è un sistema corretto e non sono d’aiuto alla cittadinanza”.

A me dispiace fare il pignolo, ma di fronte all’arroganza non riesco a farne a meno. La Segretaria Comunale (dott.ssa Ravinale), il Sindaco ed il Vicesindaco commettono un errore sia nella lettura del Regolamento di contabilità che nell’interpretazione.

Il richiamato Regolamento di contabilità all’art. 25 dice che a seguito approvazione dello schema del bilancio annuale di previsione, della relazione previsionale e programmatica e dello schema di bilancio pluriennale “della avvenuta approvazione dei suddetti documenti contabili viene data contestuale comunicazione, a cura del Sindaco, all’organo di revisione ed ai consiglieri comunali, con l’avvertenza che i documenti stessi sono depositati presso la segreteria comunale per prenderne visione. Nei successivi cinque giorni copia dei suddetti documenti viene consegnata ai capigruppo consiliari. I consiglieri possono presentare emendamenti agli schemi del bilancio esclusivamente entro 10 giorni dalla data di deposito”.

Quale consigliere comunale non mi è stata notificata la comunicazione di deposito presso la segreteria comunale dei documenti contabili sopra citati.

Quale capogruppo consigliare non mi è stata consegnata nessuna copia di tali documenti.

Il Regolamento di contabilità non prevede di considerare come consegnato l’invio dei documenti tramite mail. Il Regolamento di contabilità non esclude l’invio della comunicazione del Sindaco per i capigruppo consigliari. I documenti contabili li ho ricevuti via mail ordinaria nella giornata del 28 maggio 2012. Appena visti su richiesta della Responsabile dell'ufficio Amministrativo ho confermato il ricevimento alle ore 16,50. Considerato l’orario di lavoro e la chiusura degli uffici alle ore 15,00 è impossibile considerare come primo giorno utile per consegnare l’emendamento il 28/05. Il primo giorno utile per consegnare l’emendamento è il 29/05. Il decimo giorno lavorativo partendo dal 29/05 è proprio l’11/05. L’emendamento era quindi ammissibile. Piuttosto non è ammissibile la modalità con cui è stato applicato il Regolamento di contabilità.

Il cittadino che salta una scadenza anche di un solo giorno o che non applica anche una regola banale delle pubblica amministrazione viene sanzionato. Nel caso specifico ad esempio lo stesso Regolamento di contabilità dice che gli emendamenti devono essere redatti in forma scritta. In pratica quindi non è accettabile un emendamento inviato tramite mail. Ma allora chiedo all’arrogante Segretario Comunale ed agli spaesati Sindaco e Vicesindaco perché devono essere accettati come correttamente ricevuti i documenti contabili inviati via mail considerato che questa modalità di comunicazione nel Regolamento di contabilità non è prevista ? E’ una domanda che porrò al Prefetto con un esposto. Non mi aspetto risposte particolarmente significative ma sono in dovere di farlo per rispetto ai tanti cittadini, me compreso, che nel rapporto con gli Enti pubblici corriamo appresso alle scadenze terrorizzati di dimenticare qualcosa. Le regole ed i regolamenti li devono seguire con la stessa precisione che ci viene richiesta, chi le regole stesse le ha create.

Il Regolamento di contabilità l’avevo scritto io insieme alla Responsabile dell’Ufficio Finanziario nel 1994. Anziché applicarlo in modo fantasioso, la Segretaria Comunale farebbe bene a modificarlo ed aggiornarlo alle tecnologie attuali ed a rendere il rapporto della maggioranza con la minoranza, dell'Ente Pubblico con il cittadino, meno conflittuale.

Sulla segretaria avevo già lamentato il modo di verbalizzazione sintetico e spessissimo con frasi grammaticalmente scorrette. In quel caso avevo assistito alla difesa d’ufficio da parte di tutta la maggioranza perché stavo offendendo una grande professionista. Quale amministratore ho il diritto ed il dovere di lamentare errori o superficialità varie di qualunque dipendente comunale e questo avevo fatto e questo continuerò a fare.

Vi prego di considerare che un segretario comunale di un Comune di terza fascia come Candiolo guadagna quasi 100 mila euro l’anno, lavorando 36 ore la settimana e senza responsabilità. Quanti di voi con o senza titolo di studio equivalente guadagna nel privato questa cifra in un anno ? Quanti di voi per guadagnare 100 mila euro ci mettono tre/quattro anni per 40 ore settimanali più straordinari ?. Quanti di voi per soli 35 mila euro l’anno è soggetto giornalmente a rischi e pericoli di licenziamento ?.
Di fronte a chi guadagna tanto mi pare il minimo chiedere maggiore attenzione verso la mansione che ha il privilegio di esercitare.

Nel corso del Consiglio Comunale a giustificazione della scelta di non ammettere l’emendamento la maggioranza, non curante del modo sbagliato con cui avevano applicato il Regolamento di contabilità, aveva invece concentrato l’attenzione sul modo di intendere i 10 giorni : continuativi o lavorativi.

La risposta a questa domanda è secondaria rispetto alla non applicazione da parte della maggioranza del Regolamento di contabilità. Ciò nonostante ho spiegato perché i dieci giorno sono da intendere nel Regolamento come lavorativi.

Nello stesso Regolamento di contabilità all’articolo 26 in riferimento alla pubblicazione del bilancio, quando approvato, all’albo pretorio indica in modo inequivocabile che i giorni previsti in pubblicazione sono continuativi. Dove non scritto “continuativi” a me pare evidente che si intendono in modo diverso ossia lavorativi. La logica sta nella diversa modalità con cui il cittadino si rapporta verso questi due diversi modi di dialogare con il Comune.

In generale quando si fa riferimento ad uffici pubblici il riferimento dei giorni è sempre lavorativi salvo diversa specifica indicazione (come appunto continuativi in riferimento alle pubblicazioni all’albo pretorio).

Un documento all’albo pretorio può essere visto in qualunque ora del giorno anche quando gli uffici sono, viceversa la consegna di un emendamento deve essere fatta all’ufficio protocollo che come è noto è aperto 5 giorni alla settimana.

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