1. L’Italia deve impegnarsi per la creazione di un’Europa
più comunitaria, meno intergovernativa, più unita e non a più velocità.
2. Mercato europeo interno più integrato e dinamico,
maggiore solidarietà finanziaria tra gli stati membri con condivisione del
rischio.
3. L’Italia deve confermare il proprio impegno nel
rispettare le regole di disciplina sulla finanza pubblica.
4. La politica estera deve continuare nella direzione
segnata dal governo Monti, tesa non solo a Europa e Stati Uniti, ma anche agli
altri paesi del Mediterraneo, valorizzando “la rete di italiani nel mondo”.
5. Il debito pubblico al 120 per cento del PIL (Prodotto interno
lordo) non permette di creare nuovi debiti per poter crescere. La crescita si
costruisce su finanze pubbliche sane.
6. Mantenere il pareggio di bilancio strutturale, ridurre
il debito pubblico fino al 60 per cento del PIL dal 2015, dimissione e valorizzazione
del patrimonio pubblico per ridurre debito.
7. I sacrifici fatti hanno portato a un avanzo primario che
può portare alla riduzione del debito, e quindi a una riduzione delle tasse.
8. La prossima legislatura dovrà impegnarsi a ridurre il
prelievo fiscale complessivo, partendo da lavoro e impresa. Saranno necessari
meccanismi di misurazione della ricchezza più affidabili e oggettivi, senza
causare fughe di capitali.
9. Con la “spending review” sono stati risparmiati 12
miliardi di euro, e se ne risparmieranno altri nel 2013 con l’entrata in vigore
di altre misure. Serve un approccio sistematico e continuativo per ridurre gli
sprechi e la spesa corrente, tagliando il superfluo. La “spending review” deve
diventare strumento ordinario, e non più straordinario.
10. Nei primi 100 giorni del governo occorrerà identificare
le 100 procedure da eliminare o ridurre con priorità assoluta per snellire la pubblica
amministrazione, per avere anche più trasparenza.
11. Rimuovere ostacoli per le liberalizzazioni nei beni e
nei servizi, dare più concorrenza e vigilanza sulla stessa.
12. Incentivare gli investimenti delle imprese in ricerca e
innovazione, con nuovi sistemi di finanziamento e di accesso al credito.
13. Serve un “Fondo per le ristrutturazioni industriali”
che incentivi l’arrivo di capitali privati.
14. Intervenire sul commercio estero, semplificarne le
regole per favorire le esportazioni delle aziende italiane.
15. Istruzione, università e ricerca sono fondamentali per
il futuro economico e lavorativo dell’Italia: motivare gli insegnanti, nuovi
modelli organizzativi nel segno dell’autonomia e della responsabilità. Premi
economici per insegnanti e dirigenti meritevoli.
16. Mantenere gli impegni presi con l’approvazione dell’Agenda
digitale per la modernizzazione dei sistemi, della pubblica amministrazione e
per creare nuove imprese.
17. Regole chiare e ragionevoli per incentivare l’economia
verde, con sanzioni intransigenti per chi viola le norme sulla protezione
dell’ambiente.
18. Dare migliore accesso al credito agrario specializzato,
favorire l’export dei prodotti agricoli italiani e politiche coerenti per
limitare il consumo di superficie agricola.
19. Valorizzare il patrimonio storico-artistico, creando
anche intese con fondazioni di origine non bancaria e con nuovi accordi tra
pubblico e privato, per avere più finanziamenti.
20. Mantenere e puntare sulle riforme del lavoro e delle
pensioni fatte nell’ultimo anno di governo: “non si può fare marcia indietro”.
21. Rilanciare un piano di occupazione giovanile e
incentivi a sostegno della formazione e dell’inserimento nel mercato del
lavoro.
22. Detassazione selettiva dei redditi di lavoro femminile
per favorire l’occupazione delle donne, e ridurre la differenza di genere in
ambito lavorativo.
23. Rendere lo stato sociale (welfare) più razionale e
aperto all’innovazione, tagliando sugli sprechi. In ambito sanitario lo si può
fare puntando anche sul potenziamento dell’assistenza domiciliare e con misure
per rendere più semplice e trasparente l’accesso alle prestazioni agevolate.
24. Favorire il mantenimento di una società aperta in cui
tutte le posizioni siano contendibili e non acquisite per sempre. Merito e
produttività devono essere gli elementi essenziali per la valutazione del
lavoro, specialmente in ambito pubblico.
25. Riformare lo Stato, creando per esempio un federalismo
responsabile e solidale “che non scada nel particolarismo e nel folclore”.
26. Riconciliare la politica con i cittadini partendo da
una riduzione dei contributi pubblici, anche indiretti, ai partiti e ai gruppi
parlamentari e dei rimborsi elettorali. Tracciabilità dei bilanci dei partiti.
27. Lotta costante all’evasione fiscale, identificando le
grandi aree di illegalità.
28. Norme severe in tema di anticorruzione, antiriciclaggio
e autoriciclaggio: bisogna rivedere la riduzione dei tempi di prescrizione per
questi reati.
29. Serve una nuova e coerente disciplina del falso in
bilancio, così come servono leggi chiare e coerenti sulla prevenzione del
conflitto di interesse.
30. La lotta alla criminalità organizzata deve continuare
senza esitazione, anche grazie a procedure di appalto più trasparenti e di
sequestro dei beni più rapide ed efficaci. Il recente provvedimento
sull’incandidabilità muove in questo senso.
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