giovedì 28 giugno 2012

L'ultimo desiderio di un grande "politico" candiolese: essere un cittadino !

Il mio articolo “Radio Piazza: il Sindaco di Candiolo al Costanzo show” non è piaciuto al Sindaco che ha preceduto Molino. Nessun riferimento alle voci riportate ma la richiesta di non parlare di lui, perché non è un personaggio pubblico, perché non è più Sindaco, perché non è più consigliere, perché è libero di entrare ed uscire dal bar, perchè adesso è un cittadino.

La stessa cosa potrebbe valere per il suo caro amico ex consigliere provinciale o anche per l’Assessore “giusto al posto giusto”. Ed io li accontento: non parlerò più di loro, anche se i miei scritti si riferiscono al loro passato politico e non alla loro vita privata ed anche se quando discutono in piazza o al bar con gli attuali esponenti politici lo fanno in un luogo pubblico in presenza di più persone e trattano argomenti di interesse della comunità. Io non intercetto nessuno.

La politica è ricca di contraddizione e le contraddizioni non hanno colore. Già nel 2009 il ministro Alfano (Governo Berlusconi) aveva inserito nel disegno di legge sulle intercettazioni, un comma per il quale “Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono.”

Adesso l’argomento ritorna d’attualità: è l’attuale ministro della Giustizia, Paola Severino (Governo Monti), a presentare la nuova bozza di regolamentazione, in cui figura di nuovo il comma “ammazza blog”.
Quindi chiunque sia che governa è evidente in tutti il desiderio di tappare la bocca alle voci scomode.

Imporre ad un NON professionista dell’informazione di predisporsi a rettificare entro 48 ore qualunque informazione pubblicata dietro semplice richiesta di chicchessia sotto la minaccia di una sanzione di migliaia di euro, significa disincentivarlo dal fare informazione online, restituendo il monopolio all’informazione “professionale”, nei fatti molto soggetta ai condizionamenti politici ed economici.

Un cittadino ha il diritto di interloquire con un altro cittadino ed il blog ed i social web (Facebook), come la piazza o il bar, sono un sistema per farlo. Con la differenza che in piazza ed al bar si parla solo, nei blog e nei social web invece rimangono gli scritti e la comunicazione può avvenire sempre. Il fatto di scrivere su un blog o un social web, ovviamente, non autorizza a raccontare qualunque cosa, soprattutto quando si trattano i diritti di altri (il diritto di ciascuno non deve limitare quello degli altri). La regola principale è limitarsi a raccontare fatti e circostanze realmente accaduti ed esprimere idee e preoccupazioni senza commettere illeciti. In tal senso le leggi vigenti appaiono più che sufficienti. La diffamazione, ad esempio, è punita secondo quanto previsto dall’art. 595 del Codice Penale. Non servono quindi ulteriori regole o leggi ma semplicemente applicare la normativa vigente.

Viceversa con la nuova bozza di proposta di legge se un articolo sul blog o sul social web appare in qualche modo “disturbante” per il soggetto citato questo può imporre un obbligo di rettifica, pur se l’articolo non risulti offensivo o diffamante. Per i nemici della verità e della libera informazione, questa è una straordinaria arma di pressione, se non di minaccia, per mettere a tacere le voci fuori dal coro, quelle non raggiungibili, neppure nel nostro paese, attraverso una telefonata all'editore e/o al principale investitore pubblicitario.

Sembra quasi che si voglia sfruttare la cosiddetta strategia della disattenzione tipica dei talk show ai quali ci stiamo, purtroppo, progressivamente abituando, dove i messaggi urlati si sovrappongono fino a creare un rumore di fondo nel quale diventa sempre più difficile distinguere il vero dal falso.



Ritornando a Candiolo è comprensibile che dopo dieci anni di duro lavoro per fare una piazza parcheggio, dopo tanta fatica per garantire l’ordine pubblico e la barcondicio, ritornare a sedere sulla poltrona rossa di primo cittadino o lasciarla ad un amico fidato è un obiettivo che giustifica un lavoro politico costante e capillare. In questo contesto sembra proprio che un contributo importante al raggiungimento dell’obiettivo del “cittadino” lo stia portando chi invece dovrebbe opporre resistenza (Molino).
In politica le parole e gli atteggiamenti non sono mai banali. Bisogna sempre distinguere ciò che mira al caos da ciò che invece porta al consenso. Ad esempio ritardare gli atti necessari ad avviare la realizzazione del nuovo Oratorio non agevola la corrente di maggioranza che sostiene in Sindaco attuale, ma viceversa quella corrente fatta da politici, cittadini e “cittadino” che dimostrando l’inefficienza del Sindaco Molino nello stesso tempo consigliano il suo allontanamento dal ruolo, rendendolo non presentabile alle prossime elezioni. Discorsi simili si possono fare per i fuochi d’artificio, per il centro d’Incontro, per i commercianti, per i contadini e anche per l’IMU. Ogni ritardo, ogni complicazione, ogni attesa create ad arte nell’ostacolare la realizzazione di una qualunque iniziativa se opportunamente pubblicizzate e raccontate servono a screditare qualcuno a favore di qualcun altro.
Scoprire il gioco, evidenziare certe resistenze ad arte, raccontare nuove alleanze certamente infastidisce chi con questi metodi ha da sempre costruito il suo successo di quartiere. Meglio stare nell’ombra e montare il dissenso. Peccato che i risultati di questo modo di operare fatto di azioni contraddittorie basate su vecchi concetti della società sia stato negli anni scorsi disastroso per la nostra comunità.
Per i Cittadini chi è il responsabile dell’aumento dell’aliquota base di IMU ? ovviamente il Sindaco. Quanti Cittadini ricordano che questa scelta è stata definita politica e quindi conseguenza di un pensiero di centro sinistra di cui il “cittadino” ed i Cittadini che hanno votato Molino fanno parte? La risposta a questa domanda è: pochi, talmente pochi che è facile per gli stessi che hanno consigliato al Sindaco la bontà della scelta di aumento dell’aliquota IMU poter dire che loro non ne sapevano niente e che quando ad amministrare saranno loro certamente l’aliquota IMU sarà la minima.
Purtroppo se dopo dieci anni di niente molti Cittadini ancora oggi credono a chi la spara più grossa, a chi si dimette da consigliere o da deputato o da senatore o da primo ministro per avere più tempo da destinare al pronto ritorno, l’amara costatazione è che noi cittadini amiamo essere presi in giro. A Candiolo come in tutto il Paese. L’appello è sempre lo stesso: quando andiamo a votare ricordiamo sempre che sono le persone che fanno la differenza e non i litigiosi partiti politici. 

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